Abbronzatura: perché ci si abbronza?

Ce lo spiega la nostra dermatologa.

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Perché ci si abbronza?

Molti credono che l’abbronzatura sia un effetto diretto del sole sulla pelle, ma la realtà è più complessa: non è il sole in sé a farci abbronzare, bensì un processo biologico interno chiamato melanogenesi. Comprendere come funziona questo meccanismo è fondamentale per esporsi in modo consapevole e ridurre i rischi legati all’esposizione solare.

Cos’è la melanogenesi e perché è alla base dell’abbronzatura

La melanogenesi è il processo attraverso il quale i melanociti (cellule della pelle) producono melanina, un pigmento scuro che serve a proteggere il DNA delle cellule dagli effetti nocivi dei raggi ultravioletti (UV).

Quando ci esponiamo al sole, in particolare ai raggi UVA e UVB, il corpo risponde attivando questo sistema di difesa: la melanina sale verso gli strati più esterni della pelle e ne scurisce il colore, creando l’effetto che comunemente chiamiamo “abbronzatura”.

Le due tipologie di abbronzatura: conoscerle per evitare danni

L’ustione solare (abbronzatura dannosa)

Questa forma di “abbronzatura” è in realtà un danno cutaneo. Si manifesta dopo un’esposizione prolungata al sole, soprattutto senza protezione solare, e porta spesso a rossore e dolore cutaneo. È il segnale che la pelle è stata gravemente danneggiata dai raggi UV e va assolutamente evitata. È associata a:

  • Scottature solari

  • Stress ossidativo della pelle

  • Accelerazione dell’invecchiamento cutaneo

  • Aumento del rischio di danni cellulari (fino a forme tumorali)

La vera abbronzatura “sana”

È il tipo di abbronzatura più desiderabile: si ottiene con esposizioni brevi, regolari e protette, che permettono alla melanina di essere prodotta progressivamente. In questo modo:

  • Il colorito è più uniforme e duraturo

  • La pelle è meno soggetta a irritazioni e desquamazione

  • Il rischio di scottature si riduce sensibilmente

Come ottenere un’abbronzatura sana?

Come spiega la Dottoressa Sasso, l’obiettivo di un’esposizione solare consapevole non è bruciarsi, ma stimolare la melanina in modo controllato e sicuro. Come farlo?

  • Esposizione solare graduale: Evita di stare troppo tempo al sole nei primi giorni. Inizia con esposizioni brevi e aumenta progressivamente, per permettere alla pelle di attivare la melanogenesi in modo naturale.
  • Protezione solare quotidiana: Applica sempre un filtro solare adeguato al tuo fototipo, anche in caso di cielo nuvoloso o esposizioni brevi. La protezione solare non blocca l’abbronzatura, ma previene i danni causati dai raggi UV.
  • Riapplica la crema solare regolarmente: Ogni due ore, e sempre dopo il bagno o sudorazione abbondante, per garantire una protezione continua della pelle.
  • Evita le ore più calde: Tra le 12:00 e le 16:00, i raggi solari sono più intensi e pericolosi. Preferisci l’esposizione al mattino presto o nel tardo pomeriggio.
  • Idratazione post-sole: Dopo l’esposizione, utilizza un doposole lenitivo o una crema idratante per mantenere la pelle morbida, elastica e prevenire la desquamazione.

In sintesi

L’abbronzatura è una risposta di difesa della pelle. A provocarla è la melanogenesi, non il sole in sé. Esporsi correttamente ai raggi UV significa stimolare una produzione di melanina graduale, ottenere un colorito più bello e naturale, e ridurre i rischi per la pelle.

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