PSA alto: è sempre un tumore?

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PSA, dobbiamo sempre preoccuparci?

Un valore alto può indicare una semplice infezione, una ipertrofia prostatica benigna oppure qualcosa di più grave.

In ogni caso non bisogna mai trascurare il riscontro di livelli elevati, ci si deve rivolgere ad uno specialista per scoprirne le cause!

Cos’è il PSA e perché è importante?

Il PSA (Prostate Specific Antigen) è una proteina prodotta dalla prostata e presente nel sangue in piccole quantità. Il suo dosaggio permette di monitorare la salute prostatica e individuare alterazioni precoci. Un valore elevato non indica sempre un tumore alla prostata. L’aumento può dipendere anche da una prostatite, ipertrofia prostatica benigna o altre condizioni non gravi. Per questo motivo, la nostra urologa, la Dr.ssa Alessia Martoccia,  consiglia di interpretare il PSA nel contesto della storia clinica e dei sintomi. Misurare questa proteina diventa particolarmente utile dopo i 50 anni, oppure dai 45 in presenza di familiarità per patologie prostatiche.

Come si dosa il PSA e quando controllarlo?

Il dosaggio del PSA avviene tramite un semplice prelievo di sangue. La nostra urologa raccomanda di eseguire l’esame almeno una volta l’anno negli uomini sopra i 50 anni. Nei pazienti con fattori di rischio, come familiarità per tumore alla prostata, è preferibile iniziare i controlli dai 45 anni. Per ottenere risultati più affidabili, è importante evitare rapporti sessuali, attività fisica intensa e manovre prostatiche nelle 48 ore precedenti al prelievo. Un’alterazione di questa proteina richiede sempre una valutazione completa con visita urologica, ecografia prostatica e, se necessario, altri approfondimenti diagnostici.

Tabella dei valori di riferimento del PSA

Nota: i valori di riferimento possono variare leggermente in base al laboratorio. Consulta sempre un urologo per un’interpretazione personalizzata.

PSA alto: cosa significa e cosa fare

Un PSA alto non indica sempre la presenza di un tumore alla prostata. Valori superiori alla norma possono derivare da diverse condizioni, come prostatite, ipertrofia prostatica benigna o traumi. Se il valore risulta elevato, la nostra urologa consiglia una valutazione approfondita con visita urologica, anamnesi completa e, se necessario, esami strumentali come ecografia prostatica, risonanza multiparametrica o biopsia. In alcuni casi, un aumento temporaneo dell’antigene prostatico si risolve spontaneamente dopo qualche settimana. Ripetere il test e monitorare l’andamento nel tempo permette di distinguere le alterazioni transitorie dalle condizioni che richiedono un intervento mirato.